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Invincibile Mandela

Rivoluzionario, ergastolano, politico, leader, Presidente della Repubblica Sudafricana, visionario, Nobel per la pace.
Un solo uomo, diversi volti e mille incredibili storie.
Credi nelle tue idee e lasciati ispirare dalle vicende di Nelson Rolihlahla Mandela, nel film “Invictus” del regista Clint Eastwood.
In presenza di avversità, sotto la pressione delle proprie responsabilità o di muri che sembrano insormontabili, molti si abbattono, altri continuano ad avere chiaro l’obiettivo e con grande dimostrazione di quella che in psicologia è nota come resilienza riescono in ciò che sembra impossibile.
 
Questo è quello che capita a tante persone, che può essere capitato anche a te, e che l’abile regia di Clint Eastwood ci racconta essere successo anche al premio Nobel della Pace Nelson Rolihlahla Mandela, dopo essere stato eletto presidente del Sud Africa.
 
Interpretato da un brillante Morgan Freeman, Mandela deve cercare di creare quell’unità nazionale che sanguinose lotte e terribili soprusi hanno, negli anni, spazzato via e reso impossibile.
 
Sollecitato dalla voglia di rivalsa dei suoi sostenitori, la diffidenza se non il disprezzo dei suoi avversari e le aspettative delle nazioni estere, Nelson Mandela vede l’opportunità proprio in quella che sembra essere la negazione e l’elemento di e frattura sociale del paese: la squadra di rugby degli Springboks.
 
Ispirato e visionario, intuisce che quella squadra, simbolo dell’apartheid ed acclamata dai bianchi, può divenire uno strumento di unificazione, specie in vista dei Mondiali di rugby che si stanno per giocare proprio in Sudafrica, e che Mandela vuole vincere.
 
Il successo può passare solo per il coinvolgimento della squadra ed in particolare per la collaborazione del suo capitano François Pienaar, qui interpretato magistralmente dall’attore Matt Damon, come narrato dal libro di John Carlin "Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game That Made a Nation" cui la sceneggiatura del film si è ispirata.
 
Ed il successo arriva proprio con la finale, dove un’imprevedibile Springboks sconfigge la famosa squadra degli All Blacks, che ricordiamo a tutt’oggi essere considerata uno degli avversari più terribili sul campo di gioco e simbolo del rugby stesso, oltre che apprezzata per la nota danza Maori denominata Haka.
 
Questo film che in Italia ha incassato oltre 6 milioni di euro ha ricevuto numerose candidature e mi sento di consigliarlo a chiunque abbia piacere di trascorre un paio di ore gustando una bella pellicola, sia per riflettere e convincersi che si può sempre fare di più e meglio, almeno fino a quando si è convinti che siamo noi i primi a decidere il nostro destino.
 
Per questa ragione credo possa essere piacevole ricordare i versi del poeta William Ernest Henley.che Nelson Rolihlahla Mandela ha ripetuto nei suoi numerosi e duri anni di prigionia:
Lingua originale:

“Out of the night that covers me,
black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
for my unconquerable soul.
  
In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
under the bludgeonings of chance
my head is bloody, but unbowed.
  
Beyond this place of wrath and tears
looms but the horror of the shade,
and yet the menace of the years
finds and shall find me unafraid.
  
It matters not how strait the gate,
how charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.”
Libera traduzione in Italiano:

Dal profondo della notte che mi avvolge,
nera come la fossa da un polo all’altro
rendo grazie a qualunque dio esista
per la mia anima invincibile.

Nella feroce morsa degli eventi
non ho arretrato né ho gridato.
sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo d'ira e lacrime
incombe solo l’orrore della fine,
ed anche la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto angusto sia il passaggio,
quanto impietosa la sentenza,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.”
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